Una domanda che veramente mi assilla è: da quando? Sinceramente non riesco a ricostruire con lucidità l’evolversi degli eventi. Sintomi e malessere c’erano probabilmente già da parecchi anni.
Al ritorno da un viaggio in India nel 2008 avevo iniziato a lamentare alcuni problemi con il mio medico di base.
Poi altre volte ero tornata sempre dal medico, rimediando niente di più che esami del sangue di routine, fermenti lattici e integratori.
Ovviamente la vita concitata, il lavoro, i mille pensieri non hanno aiutato. Difficile capire quando non hai un minuto libero per fermati e metterti in ascolto del tuo corpo.
Sono passati così gli anni e adesso, con il senno di poi, tutto questo mi sembra assurdo. Fa male pensare che con un minimo di attenzione in più (e con un semplice esame del sangue in più!) mi sarei forse evitata anni, mesi, giorni di autentica lotta contro il mio stesso corpo, contro tutti i sintomi che quotidianamente si manifestavano. Una battaglia debilitante. E ora mi domando come ho fatto, dove ho trovato le forze, cosa sarei riuscita a fare stando bene. Quando la prendo per il verso giusto sono molto orgogliosa e fiera di me, mi faccio i complimenti. Quando invece sono di cattivo umore mi prende una grandissima rabbia. Non doveva passare tutto questo tempo!
Tutti dovrebbero essere informati. Tutti dovrebbero conoscere i sintomi. Tutti dovrebbero sapere che basta un semplice esame del sangue per fugare gran parte dei dubbi. La diagnosi precoce è un diritto.
Per arrivare a una diagnosi di celiachia in Italia ci vogliono in media sei anni: un tempo lunghissimo che genera spreco di risorse e alti costi sociali.
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